Orfeo e gli amori perduti by Giorgio Ieranò

Orfeo e gli amori perduti by Giorgio Ieranò

autore:Giorgio Ieranò [Ieranò, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 12345
editore: Sonzogno
pubblicato: 2014-09-30T22:00:00+00:00


Per saperne di più

Gli eroi ci accompagnano da sempre. Dominano i più antichi poemi della letteratura occidentale, l’Iliade e l’Odissea, tradizionalmente attribuiti al cieco Omero. È utile perciò partire da queste opere per un primo approccio al mondo eroico. Li potete leggere nelle splendide edizioni curate da Maria Grazia Ciani per l’editore Marsilio. Si trovano anche in un’edizione tascabile in cofanetto: Tutto Omero. Iliade e Odissea (Venezia 2007). Non possiamo datare con precisione i due poemi: tutto ciò che sappiamo è che essi vennero fissati per iscritto, più o meno nella forma in cui oggi li conosciamo, alla fine del VI secolo a.C., nell’Atene governata dal tiranno Pisistrato. Prima di allora, le storie raccontate da Iliade e Odissea avevano circolato soprattutto sotto forma di racconti orali: il popolo li ascoltava durante le occasioni festive dalla viva voce dei cantori. E sebbene a noi siano rimaste solo Iliade e Odissea, incentrate rispettivamente sulle figure di Achille e di Ulisse, sappiamo che fin dai tempi più antichi vi furono molti altri poemi dedicati ad avventure di altri eroi. C’erano lunghi poemi che narravano, per esempio, le vicende della città di Tebe e le disavventure della stirpe di Edipo. Altri celebravano invece l’impresa di Giasone e degli Argonauti. Tutti questi poemi però sono andati perduti. Ne restano solo pochi frammenti, tramandati attraverso citazioni e riferimenti di scrittori più tardi.

I greci, insomma, si raccontavano fin dai tempi più remoti le avventure degli eroi. E tutto ciò che avete letto in questo libro è rigorosamente basato sulle testimonianze degli antichi. Si è scelto, data la natura della collana, rivolta anche a chi si accosta per la prima volta al mondo dei miti greci, di non indicare nel dettaglio le singole fonti. Ma non si è romanzato e non si è drammatizzato nulla, se non altro perché a drammatizzare e a romanzare le storie degli eroi ci avevano già pensato, in maniera eccellente, gli antichi. Anche dopo Omero, e al di là della poesia epica, infatti, non c’è quasi autore antico che non abbia frequentato il mondo degli eroi. I poeti lirici, da Saffo a Pindaro, da Stesicoro a Bacchilide, inserivano momenti di saghe eroiche nei loro canti. E quasi tutte le tragedie che furono scritte ad Atene nella grande primavera culturale del V secolo a.C. trattano storie di eroi. Al poeta Eschilo, maestro della poesia drammatica, si attribuiva una frase: «Le mie tragedie sono solo bocconi tagliati dai grandi banchetti di Omero». Era un modo per dire che anche la poesia drammatica traeva linfa dalle vicende tradizionali già trattate dalla poesia epica.

Per conoscere meglio gli eroi, dunque, sarà necessario passare anche attraverso i testi dei tre grandi poeti tragici ateniesi, cioè, oltre a Eschilo, Sofocle ed Euripide. Gran parte di ciò che sappiamo sulla storia di Edipo e della sua famiglia, per esempio, deriva da testi tragici: i Sette contro Tebe di Eschilo, l’Antigone, l’Edipo re, l’Edipo a Colono di Sofocle, le Fenicie di Euripide. La storia di Medea è tutta contenuta, nella sua versione più celebre, nell’omonima tragedia di Euripide.



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